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apr 9, 2023Messo Mi piace da Massimiliano Di Marco

Ciò è successo perché nonostante si facciano grandi proclami sui videogiochi che sono la più grande industria dell’intrattenimento per ricavi, più della musica e più del cinema, l’informazione sui videogiochi viene ancora considerata accessoria e si pensa che non servano competenze specifiche per raccontarla.

Eh già.

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apr 9, 2023Messo Mi piace da Massimiliano Di Marco

Le due notizie, quella dì apertura e quella su The Last Of Us , sono collegate. Da una parte c’è un scarsa specializzazione che porta ad una superficialità nel trattare le produzioni videoludiche, dall’altra la volontà di voler attirare verso il mondo dei videogiochi un pubblico più vasto, realizzando una serie che non è un semplice fanservice, ma proponendo alle “masse” la versione pc del gioco con un sacco di deficit tecnici. In questo modo coloro che magari non si sono mai dedicati ai videogiochi , ma che si sarebbero avvicinati a TLOU incuriositi dalla serie, trovandosi tra le mani un prodotto tecnicamente imperfetto, non rimangono soddisfatti. Anche questo è un segno di approccio superficiale, perché fare giochi è difficile e chi li sviluppa deve avere la consapevolezza che il pubblico non sempre sopporta di essere tradito nelle sue aspettative da un prodotto incompleto, che viene sistemato nel tempo con aggiornamenti e pezze. Anche perché oggi questo è possibile grazie alle connessioni veloci, alla rete, ma immaginiamoci quello che era il mercato dei videogiochi di venti anni fa e parlo ad esempio della bruttissima esperienza che moltissimi di noi hanno avuto con ELITE FIRST ENCOUNTERS, un gioco mal realizzato che deluse i suoi compratori. Sono dell’opinione che l’industria dei videogiochi deve essere rispettata sia da chi ne parla, ma anche da chi ci lavora

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