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set 10, 2023Messo Mi piace da Massimiliano Di Marco

Oltre a farmi venire di nuovo voglia di giocare Another world, oggi mi hai fatto riflettere sul monte ore che alcuni giochi mobile hanno nel mio cv da videogiocatore. Prendo per esempio Golf Blitz, un gioco multiplayer di golf che ormai è installato da anni sul mio cellulare e che quasi quotidianamente raccoglie cinque minuti del mio tempo... la situazione è molto simile per i film: si parla e si discute un’infinità di film complessi, impegnati o folli come potrebbe essere un film di Lynch, ma poi si passano ore ed ore a vedere (e rivedere) le stagioni di Friends

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set 10, 2023Messo Mi piace da Massimiliano Di Marco

Proprio ieri facevo vedere a mio figlio la colleIone di K, Zeta e Videogiochi, che conservo, perché ho deciso che debba conoscere il passato per apprezzare il presente e vivere nel futuro. In quelle riviste ci sono due elementi che si ricollegano alla tua NL: le pubblicità dei videogiochi e le sezioni su giochi “di nicchia”.

Comprare un gioco 20/30 anni fa voleva dire andare in edicola, prendere l’ultimo numero della rivista che preferivamo, leggere con attenzione le recensioni e poi andare al negozio di fiducia e prenderlo. Era tutto fisico, concreto, reale e tangibile. A volte facevo “l’incauto acquisto”, abbacinato da qualche bella pubblicità che mi intortava bene bene e mi faceva comprare magari un titolo che mai mi sarei aspettato di prendere e che magari sarebbe stato stroncato qualche settimana dopo su quelle stesse riviste sulle quali appariva la pubblicità.

Ora tutto è legato ad un marketing che passa da comunicato stampa, aggregatori che pompano quel determinato prodotto ( vedi l’ottimo articolo di Lorenzo Fantoni ) , recensioni create solo per compiacere chi ha fornito il codice affinché ne passino altri, creatori di contenuti che fanno vedere solo i lati positivi. Ci sono anche tanti recensori onesti, capaci e precisi, ma purtroppo in questo mare magnum di numeri, accessi, click e rendimenti, sono ormai relegati in piccole oasi che creano piccole bolle di interesse e vengono considerati come degli snob aristocratici.

Poi sulle stesse riviste ci trovavi anche le recensioni, non estese, ma comunque rilevanti, dei giochi che non facevamo parte del cosiddetto “mainstream” che comprendeva PC e gli home computer, come ad esempio i titoli per Mac o poi quando uscì il CD , i primi tentativi di utilizzare questo nuovo supporto.

Oggi i giochi per mobile, come più volte hai evidenziato, sono quelli più diffusi e che macinano profitti a gogo.

Perché quindi le testate specializzate li ignorano? Perché non generano lo stesso giro di accesso che si ha parlando di quanto potrà costare GTAVI , oppure creare contenuti su titoli che tirano più che un carro di buoi. Sono scelte editoriali che non sono gestite in autonomia dagli editori, ma dai trend che impongono alle testate di seguire TUTTE gli stessi filoni.

Recensite un gioco mobile non serve a niente, non attira pubblico, perché chi sceglie un gioco gratuito lo fa influenzato dai richiami pubblicitari su IG o FB, scarica il gioco, lo testa per qualche partita e poi decide se tenerlo oppure consegnarlo all’oblio digitale. Lo facciamo tutti, lo continueremo a fare e le grandi testate continueranno ad ignorare bellamente il

mondo dei giochi su piattaforme mobili, almeno che i produttori non intendano utilizzare gli stessi metodi di marketing che utilizzano le case di produzione di giochi per PC e console.

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