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Premesso che sono un accanito videogiocatore ma anche un giocatore asociale che gioca solo in single player e senza interagire con gli altri giocatori (salvo party formati apposta con gli amici di tanto in tanto)..

Quello che sta accadendo in altri contesti è che si sta inserendo la politica con delle regolamentazioni e delle sanzioni. Un esempio il Digital Service Act. Che ne pensi di questo tipo di interventi?

A me pare che ci sia già un chiaro interesse costituito: nel senso se io produco o vendo un videogioco chiaramente ho interesse a renderlo accessibile e godibile alla maggior parte delle persone e infatti tu illustri come l'industria si sia mossa per affrontare il problema. In generale in ogni contesto in fondo, che sia al cinema, a una conferenza, a un concerto, a una partita sportiva, a messa, o nei contesti virtuali, se una minoranza disturba l'evento e rovina l'esperienza agli altri è giusto ammonirla e poi mandarla fuori. D'altro canto può esistere un incentivo anche a non esagerare con una moderazione "nazi", perché anche quella diventerebbe fastidiosa e rovinerebbe l'esperienza e quindi a cercare un equilibrio.

Infine può esistere un incentivo anche a creare o permettere contesti più "crudi" con una moderazione più blanda e permissiva, ma che siano per chi li gradisce. Dopo tutto per esempio il porno o le oscenità possono essere inaccettabili su Facebook, ma sono accettati e benvoluti con il consenso e la soddisfazione di tutte le parti in altri contesti.

Quindi ad esempio una maggiore possibilità di personalizzare e suddividere i contesti chiarendo bene le regole di entrata e di comportamento sarebbe utile? La creazione di spazi diversi con differenti regole di comportamento e criteri di accessibilità diversi? Il potenziamento della possibilità di gestire diversi gradi di separazione e creare gruppi tanto aperti o tanto chiusi, tanto comunicanti o tanto privati, potrebbe essere un modo di favorire la convivenza fra sensibilità ed esigenze diversi?

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