L'argomento è interessante, perché è paradossale: l'informazione videoludica viene definita inutile su molti fronti (e magari lo è), ma allo stesso tempo viene invocata da chi ne rimane fuori. In tanti chiedono un'informazione più focalizzata, ma nessuno vuole assumersi l'onere economico di supportarla. Per onere economico intendo anche il semplice disciplinare la propria attenzione verso certi contenuti, che si dice di volere, ma che poi vanno deserti (perché ci sono eh, semplicementeli considerano in pochi).
Hai centrato bene alcuni dei temi che andrebbero affrontati per capire che fare.
Nel senso: serve a dare "visibilità" ai progetti più piccoli? serve a fornire le guide per superare i boss? serve a dare alle persone quello che vogliono? serve a dare alle persone quello che non vorrebbero?
Oggi - per motivi che sono anche, bisogna capire quanto "soprattutto", economici e di struttura dell'editoria tutta - l'informazione videoludica fa un po' tutto questo, ma mi sembra che, in qualche modo, stia "perdendo" in ognuno di questi fronti.
Aggiungo anche: si invoca il fallimento dei siti specializzati. Va bene, facciamoli fallire. Ce ne faremo una ragione. Ma poi chi ne assumerà il ruolo? Vero che non si riesce a parlare di tutti i giochi, ma è altrettanto vero che un sito come Multiplayer tratta anche di titoli minori, che non trovano spazio in altri canali. Quindi, chiudesse Multiplayer, chi coprirebbe quei giochi? Quelli che si lamentano perché non si è parlato abbastanza del loro gioco? Gli influencer che trattano soprattutto giochi mainstream? è una domanda che non ha risposta e che si riallaccia con il resto dell'argomento.
Forse, la domanda che il giornalismo doveva porsi era quello da chi farsi pagare lo stipendio. Perché se avessero messo il lettore al centro, avrebbero forse colto che la massa voleva certamente la testa (le notizie) e la coda (le guide), e forse solo una nicchia il cuore (riflessioni, approfondimenti, recensioni fatte prendendosi il loro tempo), magari distinguendo gli sforzi.
Delegando le entrate all'Adv, e gli utenti ai social, ha perso le risorse che avrebbero potuto sostenere un informazione indipendente e di qualità.
Appunto, il lettore interessato c'è, ma credo che oggi si rivolga altrove, qui su un Substack o un Patreon (e se il lettore è lo stesso che sostiene anche economicamente, allora l'informazione risponderà al suo interesse) oppure ai Creator (ma se chi paga è il traffico o il publisher che fa promozione attraverso di lui, allora qui l'informazione non è il fine ma un mezzo, e il lettore non è il cliente ma nuovamente il prodotto).
La strada degli abbonamenti e del lettore che paga non è scontata, prima cosa. E poi, può valere per uno o due progetti: fatico a pensare che le persone diano disposte a pagare per tutti i siti che leggono o i podcast che seguono etc
Giustissimo, infatti credo sia questo l'anello debole della sostenibilità economica di questi progetti di informazione di qualità che fanno da alternative ai modelli tradizionali, ad oggi. Anche se lo scenario evolve quotidianamente: chi pensava che Instagram, da social di fotografie diventasse uno dei canali informativi più efficaci?
...ogni tanto mi chiedo: ma i giochi finiti che non vengono alla luce o che vengono ritirati, tipo Concord, qualche settimana dopo essere usciti, che fine fanno? C'è tantissimo codice già scritto, lavoro già fatto lì dentro un cassetto, e semplicemente viene buttato via? Non si può riciclare in qualche modo? Sarebbe anche la maniera di dare almeno una piccola soddisfazione a tutte le persone che ci hanno lavorato...
Credo che di base molte volte l'editore, che spesso possiede i diritti sulla proprietà intellettuale, si tiene tutto, lo chiude a chiave in qualche archivio, e chi s'è visto s'è visto.
Lo dico perché mi balena da tempo l'idea di un Fortnite con ambientazione fantasy/medioevale in cui ci si sfascia le corna a colpi di mazze, spade e balestre...
L'argomento è interessante, perché è paradossale: l'informazione videoludica viene definita inutile su molti fronti (e magari lo è), ma allo stesso tempo viene invocata da chi ne rimane fuori. In tanti chiedono un'informazione più focalizzata, ma nessuno vuole assumersi l'onere economico di supportarla. Per onere economico intendo anche il semplice disciplinare la propria attenzione verso certi contenuti, che si dice di volere, ma che poi vanno deserti (perché ci sono eh, semplicementeli considerano in pochi).
Hai centrato bene alcuni dei temi che andrebbero affrontati per capire che fare.
Nel senso: serve a dare "visibilità" ai progetti più piccoli? serve a fornire le guide per superare i boss? serve a dare alle persone quello che vogliono? serve a dare alle persone quello che non vorrebbero?
Oggi - per motivi che sono anche, bisogna capire quanto "soprattutto", economici e di struttura dell'editoria tutta - l'informazione videoludica fa un po' tutto questo, ma mi sembra che, in qualche modo, stia "perdendo" in ognuno di questi fronti.
Aggiungo anche: si invoca il fallimento dei siti specializzati. Va bene, facciamoli fallire. Ce ne faremo una ragione. Ma poi chi ne assumerà il ruolo? Vero che non si riesce a parlare di tutti i giochi, ma è altrettanto vero che un sito come Multiplayer tratta anche di titoli minori, che non trovano spazio in altri canali. Quindi, chiudesse Multiplayer, chi coprirebbe quei giochi? Quelli che si lamentano perché non si è parlato abbastanza del loro gioco? Gli influencer che trattano soprattutto giochi mainstream? è una domanda che non ha risposta e che si riallaccia con il resto dell'argomento.
Dalla tua mail sono poi andato su IGN e Outcast. Ho fatto un bel giro. Grazie
Forse, la domanda che il giornalismo doveva porsi era quello da chi farsi pagare lo stipendio. Perché se avessero messo il lettore al centro, avrebbero forse colto che la massa voleva certamente la testa (le notizie) e la coda (le guide), e forse solo una nicchia il cuore (riflessioni, approfondimenti, recensioni fatte prendendosi il loro tempo), magari distinguendo gli sforzi.
Delegando le entrate all'Adv, e gli utenti ai social, ha perso le risorse che avrebbero potuto sostenere un informazione indipendente e di qualità.
Appunto, il lettore interessato c'è, ma credo che oggi si rivolga altrove, qui su un Substack o un Patreon (e se il lettore è lo stesso che sostiene anche economicamente, allora l'informazione risponderà al suo interesse) oppure ai Creator (ma se chi paga è il traffico o il publisher che fa promozione attraverso di lui, allora qui l'informazione non è il fine ma un mezzo, e il lettore non è il cliente ma nuovamente il prodotto).
La strada degli abbonamenti e del lettore che paga non è scontata, prima cosa. E poi, può valere per uno o due progetti: fatico a pensare che le persone diano disposte a pagare per tutti i siti che leggono o i podcast che seguono etc
Giustissimo, infatti credo sia questo l'anello debole della sostenibilità economica di questi progetti di informazione di qualità che fanno da alternative ai modelli tradizionali, ad oggi. Anche se lo scenario evolve quotidianamente: chi pensava che Instagram, da social di fotografie diventasse uno dei canali informativi più efficaci?
Penso "semplicemente" che ci abbiano provato. Alla fine informazione in generale è in crisi.
...ogni tanto mi chiedo: ma i giochi finiti che non vengono alla luce o che vengono ritirati, tipo Concord, qualche settimana dopo essere usciti, che fine fanno? C'è tantissimo codice già scritto, lavoro già fatto lì dentro un cassetto, e semplicemente viene buttato via? Non si può riciclare in qualche modo? Sarebbe anche la maniera di dare almeno una piccola soddisfazione a tutte le persone che ci hanno lavorato...
Dovrei indagare, sarebbe interessante capirlo.
Credo che di base molte volte l'editore, che spesso possiede i diritti sulla proprietà intellettuale, si tiene tutto, lo chiude a chiave in qualche archivio, e chi s'è visto s'è visto.
Lo dico perché mi balena da tempo l'idea di un Fortnite con ambientazione fantasy/medioevale in cui ci si sfascia le corna a colpi di mazze, spade e balestre...
Be', hai mai provato For Honor di Ubisoft? Mi sa che non va lontano da ciò che stai descrivendo. C'è anche Chivarly.
Non li conosco.. adesso mi informo!