Il futuro di Nintendo senza Shigeru Miyamoto
Il suo pensionamento resta una questione aperta per la società.
Parlare di Nintendo senza parlare di Shigeru Miyamoto è impossibile. Lo è perché dalla mente di Miyamoto sono nati alcuni dei personaggi che ancora oggi sono quelli più riconoscibili: Super Mario, Zelda, Donkey Kong, i Pikmin.
L'impronta di Miyamoto è così grande e profonda che si può serenamente dire che Nintendo, senza di lui, non sarebbe stata Nintendo.
Da anni, però, Nintendo si sta preparando ad affrontare un momento inevitabile: il momento in cui Miyamoto, giustamente, si ritirerà.
Nonostante ciò e seppur per molte delle sue serie ancora attive ormai Nintendo faccia riferimento ad altre persone, la presenza di Miyamoto resta sotto molti aspetti imprescindibile per il presente della società.
E anche in futuro, probabilmente nessuno sostituirà mai Miyamoto.
L’importanza di Miyamoto in Nintendo
Tutt’oggi, la figura di Shigeru Miyamoto è essenziale per Nintendo. Dopo anni passati a supervisionare i lavori delle serie più importanti, nel tempo Miyamoto è passato a ricoprire ruoli più manageriali. Oggi è representative director e fellow. Fino al 2015 è stato general manager di Nintendo Entertainment Analysis & Entertainment (EAD) - poi diventato Nintendo Entertainment Planning & Development - nonché senior managing director di Nintendo.
A dimostrazione di quanto Miyamoto resti una figura fondamentale per la società, ogni volta che, nel passato recente, Nintendo si è avventurata in un’iniziativa inedita - almeno per la società - c’era di mezzo Miyamoto.
È Miyamoto ad aver guidato lo sviluppo di Super Mario Run, primissimo gioco di Nintendo per dispositivo mobile nel 2016. (E ancora oggi gran gioco: ma sto divagando).
È stato Miyamoto a supervisionare la produzione del primo film di animazione basato su Super Mario insieme al principale partner, Illumination (gli stessi di Cattivissimo Me).
Ed è sempre stato Miyamoto ad aver supervisionato i lavori dei parchi a tema, che hanno aperto, per ora, a Osaka, in Giappone, e a Los Angeles, negli Stati Uniti.
In altre parole, al momento non c’è un’altra persona capace di trasmettere ciò che è Nintendo - la sua identità, i suoi valori e persino la sua storia - meglio di Shigeru Miyamoto, che infatti rappresenta fisicamente e ideologicamente il punto di contatto fra Nintendo e qualunque cosa che espanda il bacino di utenti.
Miyamoto è la lingua che parla Nintendo per arrivare a nuove persone.
E non è un caso: perché dalla mente e dalle idee di Miyamoto che sono arrivati alcuni dei giochi e dei personaggi che tutt’oggi sono al centro dell’universo di Nintendo.
L’eredità di Miyamoto
Miyamoto, classe 1952, è arrivato in Nintendo nel 1977, quando aveva 25 anni.
Il primo progetto di grande successo creato da Miyamoto - sebbene con un grosso contributo da parte di un veterano come Gunpei Yokoi (il creatore di Metroid, del Game Boy e dei Game & Watch, tanto per intenderci) - e che, con il senno di poi, rappresenta una delle sue più grandi eredità è Donkey Kong. Nato per le sale giochi nel 1982, è stato poi trasposto su tantissime console, dall’Atari 2600 al NES passando per l’Intellivision e il Commodore 64.
Peraltro, in quel momento nascono due personaggi in una volta sola: la scimmia Donkey Kong, appunto; e un baffuto idraulico. Al tempo, Miyamoto aveva solo pensato di chiamarlo “Jumpman”. L’idea di chiamarlo Mario fu invece di Nintendo of America, in onore dell’imprenditore statunitense Mario Segale, che aveva affittato a Nintendo uno dei suoi magazzini. Ma questa è storia incredibile per un’altra volta.
Tanto Donkey Kong quanto l’idraulico Mario rimangono oggi due dei personaggi più conosciuti non solo dell’universo di Nintendo ma dell’intera storia dei videogiochi.
Miyamoto non si fermò lì.
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