Bloccarne uno per bloccarne cento
La polizia di Hong Kong ha chiesto, e ottenuto, la rimozione di un videogioco mobile che promuoveva la rivolta contro il governo cinese
Il debutto di Mindseye sta facendo parlare di sé, ma non nel modo che forse sperava lo studio che lo ha creato, Build a Rocket Boy. Il gioco, diretto da Leslie Benzies - ex producer storico di Grand Theft Auto - ha esordito con gravi problemi tecnici, tanto che su Steam solo il 38% delle recensioni è positivo. Anche su PlayStation 5 le cose non vanno bene: la media voto è di 2,61 su 5, con oltre 3.500 valutazioni.
Se si scorrono i titoli delle notizie, dei comunicati, c’è una costante: fin dalla prima presentazione, Mindseye è stato raccontato molto spesso, e con una certa enfasi, come “il gioco dell’ex producer di GTA”.
Un’esigenza comunicativa, certo; tanto per lo studio di sviluppo - un nome nuovo con un gioco nuovo - quanto per i siti di informazione e gli youtuber che devono parlare di una nuova proprietà intellettuale; e quindi provare a dare ai lettori e alle lettrici quanti più spunti possibili per capire che tipo di produzione e di esperienza potrebbe essere.
Un modo per far capire in tre parole perché dovremmo prestare attenzione. Ma anche un’abitudine che crea aspettative poco realistiche, se non vere e proprie illusioni.
Perché dire che Mindseye è “il gioco di chi ha fatto GTA” - semplifico - lascia intendere, più o meno implicitamente, che possa avere lo stesso peso produttivo, le stesse ambizioni o addirittura lo stesso DNA di Grand Theft Auto.
Ma Build a Rocket Boy è uno studio più piccolo, più giovane; con un gioco ambizioso, sì, ma ancora acerbo. Al punto che alcune persone che avevano acquistato il gioco su PlayStation 5 hanno chiesto e ottenuto il rimborso: situazioni che ricordano il debutto disastroso di Cyberpunk 2077 a fine 2020. Non sono nemmeno stati mandati codici alle redazioni per la recensione.
I problemi tecnici non sono solo inciampi: sono un segnale chiaro che lo studio e il gioco non si muovono, e non si sono mai mossi, sugli stessi binari produttivi dei blockbuster da centinaia di milioni.
Questa non è una scusante per un gioco con problemi tecnici al lancio che possono minare l’esperienza, anche in modo grave.
L’esperienza in Rockstar Games di Benzies magari ha aiutato a ricevere importanti investimenti e a portare IO Interactive, lo studio di Hitman, come editore di Mindseye. Ma potrebbe aver avuto anche un effetto distorcente.
Massimiliano
Due comunicazioni
Errata corrige
Nella scorsa puntata, elencando i vari appuntamenti facenti parte della Summer Game Fest, ho definito il Women-led Games (qua il video completo su YouTube) come un evento “dedicato interamente ai videogiochi con protagoniste femminili”. Sbagliato: ha proposto videogiochi che sono in sviluppo presso studi gestiti da donne e a maggioranza femminile.
Mi scuso per l’errore. Già che ci siamo, ecco un elenco dei videogiochi mostrati. Segnalo: Cairn, A Heavy Morning; Ascend to Zero e Roots Devour.
Un nuovo appuntamento su Patreon
Solo per i membri che pagano almeno 3 euro al mese, ho avviato un nuovo appuntamento. Per ora non ha ancora una sua periodicità; ma l’obiettivo è che diventi infrasettimanale. Si tratta di un commento aggiuntivo sull’attualità e la prima puntata amplia il discorso sui primi dati di vendita di Nintendo Switch 2.
Un videogioco per smartphone, sviluppato a Taiwan, è stato messo al bando a Hong Kong in nome della sicurezza nazionale.
È la prima volta che le leggi imposte dal governo cinese nel 2020, “attivate” localmente solo nel 2024, vengono utilizzate per bloccare l’accesso a un videogioco, aprendo una nuova frontiera nel rapporto tra gioco e censura.
L’azione delle autorità, anzi, è stata rafforzata poche settimane fa, quando il governo ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle misure volte a facilitare il lavoro dell'ufficio per la sicurezza nazionale cinese.
A Hong Kong hanno chiuso giornali liberi; i partiti di opposizione decidono di disgregarsi per non rischiare guai; e chi fa attivismo viene arrestato e messo in carcere.
“L’intera opposizione democratica e la società civile di Hong Kong sono passate dall’essere la coscienza della città a essere emarginate e considerate sovversive e cospiratrici”, ha scritto Ilaria Maria Sala su Internazionale lo scorso dicembre.
Di che gioco si parla
Il gioco mobile in questione si intitola Reversed Front: Bonfire.
È un titolo strategico che non ci gira attorno: permette ai giocatori di scegliere fazioni come Taiwan, Tibet o Hong Kong per opporsi al regime comunista cinese, descritto come “oppressivo, sconsiderato e inetto”. Ma si può anche decidere di guidare proprio le forze comuniste.
Nelle mani di uno Stato che vede ogni forma di dissenso come un atto di sedizione, tutto questo è bastato per trasformare un’applicazione mobile in una minaccia all’integrità nazionale.
“Questo gioco è un’operazione di NON-FINZIONE”, si legge sul sito ufficiale. “Qualunque somiglianza con agenzie, polizia o gruppi tecnici della Repubblica Democratica Cinese in questo gioco è INTENZIONALE”. [maiuscolo in originale]
Le autorità di Hong Kong hanno chiesto ufficialmente ai fornitori di servizi Internet di bloccare la diffusione del gioco; hanno rimosso “messaggi elettronici” che promuovevano il gioco; e avvisato la popolazione: chi lo ha scaricato potrebbe essere accusato di “istigazione alla secessione” o di “possesso di pubblicazioni con intenti sediziosi”.
L’invito è di disinstallarlo subito. Nessuna ambiguità.
“Reversed Front: Bonfire è stato pubblicato sotto le mentite spoglie di un gioco con l'obiettivo di promuovere programmi secessionisti come ‘l'indipendenza di Taiwan’ e ‘l'indipendenza di Hong Kong’, sostenendo la rivoluzione armata e il rovesciamento del sistema fondamentale della Repubblica Popolare Cinese, sancito dalla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese”, si legge nella comunicazione delle autorità. “Inoltre, ha l'intento di fomentare odio nei confronti delle autorità centrali e del governo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong. Chiunque pubblichi consapevolmente l'applicazione o i contenuti correlati, inclusa la condivisione o la raccomandazione dell'applicazione ad altri tramite Internet, può commettere il reato di ‘incitamento alla secessione’ ai sensi dell'Articolo 21 e il reato di ‘incitamento alla sovversione’ ai sensi dell'Articolo 23 della Legge sulla Sicurezza Nazionale di Hong Kong, nonché ‘reati connessi a intenti sediziosi’ ai sensi dell'Articolo 24 dell'Ordinanza sulla Salvaguardia della Sicurezza Nazionale. Inoltre, chiunque abbia scaricato l'applicazione può essere considerato in possesso di una pubblicazione con intenti sediziosi”.
Reversed Front: Bonfire non era più disponibile né su App Store né su Google Play già dalla mattina successiva alla comunicazione della polizia.
Politica e videogiochi
La rimozione, hanno spiegato gli sviluppatori (ESC Taiwan), era stata preceduta da un primo blocco da parte di Google, motivato dall’incapacità dello sviluppatore di moderare i nomi offensivi usati da alcuni utenti. Ma qui la questione va ben oltre la moderazione.
È un precedente pericoloso.
Non solo per chi vive a Hong Kong, dove il confine tra reato e dissenso si fa ogni giorno più sottile, ma anche per l’industria videoludica globale, che si trova di fronte a una nuova evidenza: i giochi non sono mai “solo giochi”. Possono essere strumenti culturali, sociali e politici. E per questo soggetti a repressione.
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Avete presentato quando si dice che i videogiochi devono stare lontani dalla politica? Ecco: il problema è che la politica la pensa allo stesso modo.
Perché sa - sebbene nella sua espressione distorta ed estrema delle leggi cinesi sulla sicurezza nazionale - che il videogioco trasmette idee. E citando una frase abusata proveniente da V per Vendetta: le idee sono a prova di proiettile.
Una volta che iniziano a spargersi, restano; magari sopite, magari silenti, magari inermi: ma restano. Perciò, bisogna fare in modo che neanche si propaghino.
E nel suo piccolo - peraltro, c’è un innegabile “effetto Streisand” in tutta questa situazione - Reversed Front: Bonfire fa questo: veicola un messaggio, aizza le menti, risveglia le coscienze e spalanca scenari di ribellione.
Insert Coin ha parlato spesso del potere dei videogiochi come linguaggio del presente. Ma questa vicenda ricorda anche quanto questo linguaggio possa essere temuto; e quindi, va da sé, debba essere controllato.
La Cina, su questo fronte, lo fa molto più che altrove: serve una licenza da un ente governativo prima di poter pubblicare un videogioco; e anche quando vengono pubblicati spesso hanno notevoli differenze rispetto alle altre versioni che si vedono altrove. Il videogioco deve seguire il pensiero del partito.
Se a Hong Kong scaricare un gioco può costare un’accusa di sedizione, significa che, almeno per qualcuno, i videogiochi contano davvero.
Le altre notizie, in breve
Nintendo Switch 2 è partita bene
Nintendo ha comunicato che in quattro giorni di disponibilità ha venduto, nel mondo, 3,5 milioni di Switch 2. Si tratta di un ottimo risultato: ha superato quanto fatto dalla prima Switch, nel 2017, in un mese intero. Ciò rende più credibile l’obiettivo di vendere almeno 15 milioni di Switch 2 entro la fine dell’anno fiscale, ossia marzo 2026. Secondo i dati della rivista giapponese Famitsu, solo in Giappone è stato venduto un milione di unità - dato che non include il My Nintendo Store. Un risultato che ne fa il migliore lancio per una console in Giappone, superando PlayStation 2. Nei giorni scorsi, Nintendo ha anche annunciato Splatoon Raiders, spin off della serie dove si impersonerà un meccanico. Sarà un’esclusiva Switch 2. Mentre l’uscita del film basato su The Legend of Zelda è stata posticipata di qualche settimana: ora è prevista a maggio 2027.
I premi ai videogiochi italiani
Agli Italian Video Game Awards, che si sono tenuti la sera del 12 giugno, sono stati premiati, appunto, i migliori videogiochi italiani dell’ultimo anno. Come miglior gioco è stato riconosciuto A Quiet Place: The Road Ahead, sviluppato da Stormind Games e basato sulla saga cinematografica. Stormind Games è stata premiata anche come studio. Gambit Shifter di Volcanite Games è stato premiato per il miglior gioco al debutto, mentre Enotria: The Last Song di Jyamma Games ha vinto per la componente artistica e ha ricevuto anche il riconoscimento dalla comunità. Inoltre, While We Wait Here di Bad Vices Games ha vinto come migliore esperienza. A Marco A. Minoli, di Slitherine, è stato riconosciuto il contributo individuale.
Un terzo di Bend Studio è stato licenziato
Sony ha confermato che in Bend Studio, azienda che ha lavorato a Days Gone, ci sono stati dei licenziamenti: il 30% del personale, circa 40 dipendenti, è coinvolto. “All'inizio di quest'anno, Bend Studio ha concluso lo sviluppo di un concept di un videogioco live service”, ha detto un portavoce di Sony a Kotaku. La società ha parlato di “modifiche strategiche per posizionare al meglio lo studio verso il successo a lungo termine”, che hanno portato ai licenziamenti.
Embracer cambia: Phil Rogers sarà il nuovo amministratore delegato
Lars Wingefors lascerà la carica di amministratore delegato del gruppo svedese Embracer: al suo posto ci sarà, da agosto, l’attuale vice, Phil Rogers, già a capo di Crystal Dynamics ed ex dirigente Eidos Montreal. Wingefors, fondatore del gruppo - nato da Nordic Games e ribattezzato Embracer nel 2019 - resterà come presidente esecutivo del board e nel consiglio di amministrazione di Coffee Stain. Wingefors ha guidato Embracer nella sua rapida espansione fino a superare i 100 studi acquisiti, salvo poi essere costretto a ridimensionare drasticamente l’azienda con licenziamenti e cessioni e chiusure e progetti cancellati.
Il nuovo FIFA è un po’ diverso
È stato pubblicato FIFA Rivals, nuovo videogioco che ha la licenza ufficiale della federazione. Si tratta di un’esperienza mobile, sviluppata da Mythical Games, che non ha niente di simulativo, a giudicare dal trailer. È disponibile su iOS e Android, include una modalità online competitiva e prevede anche degli elementi strategici. Inoltre, è integrato nel Mythical Marketplace, basato su blockchain e che permette agli utenti di scambiare, vendere o comprare nuovi calciatori.
Lo sciopero dei doppiatori è finito
SAG-AFTRA, sindacato che negli Stati Uniti rappresenta, fra gli altri, doppiatori e doppiatrici dei videogiochi, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con le società per porre fine allo sciopero, iniziato ormai molti mesi fa. Ciò è stato possibile perché è stato trovato un accordo e, in particolare, delle salvaguardie riguardanti l’utilizzo delle voci clonate usando modelli di IA. Per esempio, l’accordo - che dovrà essere ratificato dai membri di SAG-AFTRA - include la richiesta di un consenso informato per usare l’IA; una retribuzione per l’utilizzo delle “repliche digitali”, oltre che pagamenti minimi più alti per la generazione in tempo reale, come i chatbot, e le “prestazioni secondarie”, come quando determinate prestazioni vengono riutilizzati in un altro gioco.
Ancora più in breve
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Che in Cina sono attenti lo sapevamo, incredibile come da noi (fuori dalle relative bolle ovviamente) il discorso intorno ai giochi sia ancora lo stesso di 20 o più anni fa'....