Ci sono alcune novità che riguardano il formato della newsletter e che ci tengo a spiegare.
Negli ultimi tempi avevo la percezione che per inseguire l'attualità stessi iniziando ad allontanarmi dalla missione originale della newsletter - scrivere meno e scrivere meglio - pur di avere un commento su tante delle cose successe nei giorni precedenti e che alcune parti della newsletter fossero, in realtà, meno approfondite del necessario.
Così, a maggior ragione dopo la newsletter che è uscita la scorsa settimana sulle condizioni di lavoro dei traduttori, ho deciso di fare un passo indietro: scrivere meno e scrivere meglio, appunto.
D'ora in poi, quindi, vedrai trattato un solo argomento alla settimana - quello che, secondo me, aiuta a unire i puntini o a comprendere delle tendenze che sembrano nuove, ma nuove non sono - ma curato con maggiore attenzione.
Ciò aiuterà me a ottimizzare il lavoro, renderà più semplice organizzare il contenuto e mi permetterà di spaziare fra gli argomenti anche slegandomi, se servirà, dall'attualità.
Rimane la sezione "in breve" che, anzi, è un po' più approfondita rispetto a prima, pur rimanendo qualcosa di veloce da scorrere.
Se ti va, dammi un feedback via email (scrivendo a newsletter@insert-coin.online) o su Twitter o sul canale Telegram di Insert Coin.
Massimiliano
Questa puntata di Insert Coin è disponibile anche in uno sperimentale formato audio. Lo trovi al link qui sotto.
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Perché proprio Call of Duty
Non sempre l'idea di lavare i panni sporchi in casa può essere vantaggiosa per un'azienda; anzi, in certi casi farlo pubblicamente può aiutare tale azienda a ottenere un favore da parte del pubblico oppure a fare pressione su un governo o un'autorità affinché giudichi in proprio favore.
La discussione diventa un'opera teatrale in cui ognuno recita la sua parte. Ciò non significa che quanto sta avvenendo sul metaforico palcoscenico non sia veritiero; ma che le azioni e le dichiarazioni significano (anche) altro.
Quando l'amministratore delegato di Sony Interactive Entertainment, Jim Ryan, ha definito "inadeguata" la proposta di Microsoft di rinnovare l'attuale contratto in essere per assicurare la pubblicazione di Call of Duty per ulteriori tre anni non lo ha fatto in una email interna fatta trapelare da qualche dipendente insoddisfatto: lo ha fatto inviando una nota stampa a diverse redazioni, come quella di GamesIndustry.biz.
PlayStation: Xbox's Call of Duty offer was "inadequate on many levels" | GamesIndustry.biz PlayStation calls Xbox Call of Duty offer inadequate
Ryan non ha nemmeno negato i motivi per cui si è mosso in questo modo: Phil Spencer, amministratore delegato di Microsoft Gaming, ha parlato pubblicamente di come intendeva comportarsi nei confronti di Sony per i giochi di Activision Blizzard; e allora - in una reazione traducibile in un "chi la fa l'aspetti" aziendale - Ryan ha preso in mano il pallone, ha fermato il gioco, ha preso il microfono e ha parlato lui.
Le parole di Ryan
"Non intendevo commentare su ciò che doveva essere una discussione d'affari privata, ma sento il bisogno di chiarire le cose perché Phil Spencer ne ha parlato pubblicamente", ha detto Ryan. "Microsoft ha solo proposto di far rimanere Call of Duty su PlayStation per altri tre anni dopo la conclusione dell'attuale accordo fra Activision e Sony. Dopo quasi vent'anni di Call of Duty su PlayStation, la loro proposta è inadeguata su diversi livelli e non prende in considerazione l'impatto sui nostri giocatori".
Da diverso tempo, la posizione di Sony rispetto all'acquisizione di Activision Blizzard King da parte di Microsoft da 68,7 miliardi di dollari è soprattutto una: prima o poi Microsoft renderà esclusiva i giochi Activision, soprattutto Call of Duty.
In tutto il mondo varie autorità antitrust stanno indagando per verificare se l'accordo fra Microsoft e Activision Blizzard King possa effettivamente minare la concorrenza: così fosse, le autorità avrebbero varie opzioni, fra cui imporre certe condizioni a Microsoft (come la necessità di sottoscrivere determinati accordi con i concorrenti) oppure decidere di impedire del tutto l'operazione finanziaria.
Ciò significa che in ogni Paese c'è un confronto fra l'autorità di riferimento e Microsoft e in tale processo vengono coinvolti anche altri attori del settore e non solo Sony: anche Google, Riot Games, Ubisoft, Capcom e gli altri editori di videogiochi.
L'indagine brasiliana è quella che ha fatto più parlare per il semplice fatto che tutti i documenti sono online: c'è un'intera pagina con le deposizioni delle varie aziende e persino le email inviate.
Durante il suo turno, Sony ha detto che "nessun altro sviluppatore può dedicare lo stesso livello di risorse ed esperienza allo sviluppo di videogiochi" e che se anche qualcuno ci riuscisse, "Call of Duty è così profondamente radicato che nessun rivale - a prescindere da quanto rilevante - può superarlo".
Sony ha sottolineato che da anni Call of Duty è "di gran lunga" il gioco più venduto dell'anno e che è "sinonimo degli sparatutto in prima persona ed essenzialmente definisce tale categoria".
Sony vuole far capire alle autorità che Call of Duty non è un gioco come gli altri. E ha ragione.
I numeri di Call of Duty
Qualche numero per raccontare, in breve, la popolarità di Call of Duty e il suo successo:
nel 2021 i due giochi più venduti negli Stati Uniti sono stati Call of Duty: Vanguard (primo) e Call of Duty: Black Ops Cold War (secondo);
nel 2020 i due giochi più venduti negli Stati Uniti sono stati Call of Duty: Black Ops Cold War (primo) e Call of Duty: Modern Warfare (secondo)
nel 2019 il gioco più venduto negli Stati Uniti è stato Call of Duty: Modern Warfare (devo continuare?)
nel 2021 Call of Duty Vanguard è stato il secondo gioco più venduto nel Regno Unito (superato solo da FIFA 22), mentre Call of Duty: Black Ops Cold War è stato il quinto
nonostante un calo recente, i giochi di Activision hanno registrato, nel trimestre che si è chiuso a giugno 2022, 94 milioni di utenti attivi mensili. Sono praticamente tutti dei vari Call of Duty, da Warzone a Call of Duty: Mobile;
in un'intervista al Washington Post, Activision ha riferito che Call of Duty: Warzone ha 125 milioni di utenti registrati; che durante l'intera storia della serie, ha venduto 425 milioni di copie, ha ricavato oltre 30 miliardi di dollari e circa 3.000 persone lavorano su Call of Duty.
Quando Sony parla di risorse e di esperienze che è praticamente impossibile pareggiare non sta esagerando.
Il palcoscenico
Secondo Sony se un gioco come Call of Duty diventasse esclusiva console Xbox, sarebbe un danno per il marchio PlayStation.
Ryan e il resto della dirigenza chiamata in causa intende far passare l'idea che Microsoft, una volta acquisita Activision Blizzard King, possa sfruttare la potenza del marchio Call of Duty e la sua immensa base installata di persone che giocano ogni mese per un vantaggio competitivo che, secondo Sony naturalmente, significherebbe un danno per la concorrenza strizzando l'occhio, quindi, alle autorità antitrust.
E questa è la parte che sta recitando Sony: cerca di mettere in luce ogni azione di Microsoft come una conferma che intende usare Call of Duty come arma.
Aver parlato pubblicamente di una proposta di rinnovo per la serie su PlayStation, averla persino definita "inadeguata su vari livelli", è stato fatto per poter mostrare come - secondo Sony - Microsoft in realtà non offra garanzie del futuro di Call of Duty su PlayStation e stia già usando il suo potere per offrire condizioni più restrittive.
Il che potrebbe quasi suonare paradossale considerato che Microsoft ha appena proposto di firmare un accordo che stabilisce che Call of Duty ci rimane su PlayStation; ma anche fornire condizioni ritenute peggiori può essere un elemento a vantaggio della posizione dei concorrenti in questa sede.
A stabilire la linea di confine saranno, appunto, le autorità antitrust, che decideranno cosa può essere considerato troppo e cosa invece legittimo.
Sony vuol far passare Microsoft come la cattiva della situazione; Microsoft invece - parlando pubblicamente di rinnovo di contratti e mostrandosi aperta a collaborare con i concorrenti - mira a evidenziare che non ci sarà alcun problema.
A febbraio 2022, pochi giorni dopo aver annunciato l'intenzione di acquisire Activision Blizzard King, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha firmato un articolo sul blog ufficiale dell'azienda per sottolineare la volontà di prolungare gli accordi con Sony; e la recente proposta di ulteriori tre anni - che secondo le stime significherebbe garantire Call of Duty su PlayStation almeno fino al 2027 - va in quella direzione.
Più di recente, Spencer ha risposto alle preoccupazioni che stanno emergendo sottolineando, innanzitutto, che quando Microsoft ha acquisito Mojang nel 2014 Minecraft è rimasto su tutte le piattaforme ed è, anzi, arrivato su nuove; e che intende "permettere ai giocatori di giocare fra di loro su qualunque piattaforma e su qualunque dispositivo".
Francamente, non penso che Microsoft abbia alcuna intenzione di portare Call of Duty in esclusiva: se oggi Call of Duty è uno dei giochi più popolari al mondo è perché è multipiattaforma; e per una serie sempre più focalizzata sulla modalità online, togliere una piattaforma importante come PlayStation sarebbe sciocco.
Lo stesso amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ha spiegato, commentando l'acquisizione di Activision Blizzard King, l'interpretazione dell'azienda del metaverso come una serie di piattaforme online: e per essere una piattaforma online espansa Call of Duty deve restare multipiattaforma, altrimenti perderebbe milioni di persone.
Molto più probabilmente, Microsoft introdurrà i nuovi Call of Duty su Game Pass dal primo giorno di disponibilità e, magari, aggiungerà vantaggi - come contenuti cosmetici aggiuntivi - alle persone abbonate; o ancora potrebbe offrire una "versione definitiva" completa di tutte le mappe senza costi aggiuntivi per chi è abbonato a Game Pass.
Il discorso sarà molto diverso per giochi come Diablo o World of Warcraft; ma la loro influenza commerciale è decisamente più bassa: non è un caso che di loro quasi non si parli. Call of Duty è proprio un'altra storia.
In ogni caso, Microsoft sapeva fin da subito che sarebbe stato lungo far approvare l'operazione e infatti ha fornito giugno 2023 come data ultima per la conclusione.
Come una buona opera teatrale, tanto di quello a cui stiamo assistendo era in parte già scritto. Per il resto, si improvvisa.
In breve
Giochi:
Ubisoft ha annunciato diversi nuovi giochi di Assassin's Creed, a partire da Mirage, che sarà ambientato a Baghdad durante il nono secolo e uscirà nel 2023. Ci sarà anche un Assassin's Creed per mobile ambientato in Cina (per ora noto come Codename Jade), un altro ambientato nel Giappone feudale (Codename Red) e un terzo di cui si sa ancora meno chiamato Codename Hexe. Nelle prossime settimane uscirà un nuovo contenuto aggiuntivo (gratuito) per Assassin's Creed: Valhalla
Skydance New Media - guidato da Amy Hennig - sta sviluppando un nuovo gioco Marvel con Captain America e Black Panther, che per ora non ha ancora un titolo
Nel 2023 uscirà l'espansione di Cyberpunk 2077, chiamata Phantom Liberty; ma non su PS4 e Xbox One, le versioni che più di tutte hanno patito tecnicamente al lancio del gioco e solo dopo successivi aggiornamenti si sono un po' riprese, pur rimanendo lontane dalla qualità promessa (o perlomeno fortemente sottointesa). Phantom Liberty sarà l'unica espansione del gioco
Lo sparatutto in prima persona Atomic Heart, sviluppato da Mundfish, è stato rinviato di qualche mese: inizialmente previsto per dicembre 2022 ora è in programma per "questo inverno", quindi entro marzo 2023. Sarà pubblicato da Focus Entertainment, che fra le righe dell'annuncio ha appunto fatto riferimento alla nuova finestra temporale, ma senza essere più precisa
Per i consumatori il crunch durante lo sviluppo è sempre di più un segnale di allarme [Rob Fahey, GamesIndustry.biz]
Un caloroso addio a Red Dead Online [Cass Marshall, Polygon]
Aziende:
Tencent ha acquisito il 49,9% di Guillemot Brothers Limited per 300 milioni di euro. Guillemot Brothers è l'azienda, controllata dalla famiglia Guillemot appunto, che ha il maggior numero di azioni di Ubisoft e che, quindi, la controlla. In pratica, Tencent non ha investito direttamente in Ubisoft e avrà solo il 5% dei diritti di voto in Guillemot Brothers Limited; anzi, l'accordo prevede che Tencent non possa detenere più del 9,9% delle azioni di Ubisoft per i prossimi otto anni. La reazione del mercato - che sperava, in sostanza, che Tencent si comprasse Ubisoft o almeno ne diventasse l'azionista di maggioranza - è stata molto negativa: il giorno successivo all'annuncio, le azioni di Ubisoft sono scese del 17%
I dirigenti di EA non dovranno rinunciare a laute buonuscite in azioni, mentre è stato imposto un tetto massimo (nella misura di 2,99X il salario base più i bonus annuali) per la parte "liquida" (in inglese si usa il termine "cash" che in italiano con "contanti" non rende abbastanza bene). Per esempio, se Andrew Wilson, oggi amministratore delegato di Electronic Arts, dovesse lasciare l'azienda, riceverebbe, per esempio, 7,8 milioni di dollari in "cash", ma anche 27 milioni di dollari in azioni, ha sottolineato Axios. Da tempo diversi gruppi di minoranza di azionisti stanno spingendo affinché aziende come EA riducano i bonus e le buonuscite dei massimi dirigenti
Amouranth non può essere la tua ragazza, sta costruendo un impero che va oltre Twitch [Ashley Bardhan, Kotaku]
Electronic Arts ha annunciato di aver fondato Ridgeline Games: avrà sede a Seattle, sarà guidata da Marcus Lehto, co-creatore di Halo, e lavorerà allo "sviluppo di una campagna narrativa ambientata nell'universo di Battlefield". EA sta investendo per creare un "universo" attorno a Battlefield, a cui già lavorano DICE, Industrial Toys (che sta realizzando la versione mobile) e Ripple Effect.
Esport:
Riprende la stagione di eventi competitivi italiani firmati PG Esports, fra cui la prima Italian Cup di Rainbow Six: Siege, a cui parteciperanno le squadre del PG Nationals (la serie A, diciamo) e quelle del BeSerious (la serie B, diciamo)
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