I giochi mobile di Netflix
Ciao, sono Massimiliano Di Marco.
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NETFLIX FARÀ GIOCHI MOBILE
Netflix ha ufficializzato che inizierà a produrre videogiochi e che questi saranno inclusi nell'abbonamento al servizio senza costi aggiuntivi. Le prime produzioni saranno destinate ai dispositivi mobile. La società, in una lettera agli azionisti, ha però specificato che il programma è nelle prime fasi: è tutto in divenire, insomma. Per cui, ancora non sappiamo tante cose: quando uscirà il primo gioco; che tipo di gioco sarà; quanti ne usciranno ogni anno.
In un articolo su DDAY ho riassunto alcuni dei motivi che hanno spinto Netflix ad aggiungere proprio i videogiochi al suo catalogo. In sintesi:
La concorrenza nel settore dello streaming audiovisivo è sempre più forte
I videogiochi sono un contenuto che, se ben fatto, può aumentare il coinvolgimento degli utenti e quindi aumentare le probabilità che rinnovino l'abbonamento
Più in generale, molte società che hanno attivato un servizio di film e serie TV in streaming propongono anche videogiochi (per esempio Amazon e Apple, oltre a Disney), ampliando l'offerta dei contenuti destinati all'intrattenimento.
La scelta dei giochi mobile è sensata. Principalmente perché quei giochi Netflix li offrirà in streaming. Per loro natura, i giochi mobile sono più leggeri e meno intensivi; quindi più facili da trasmettere in streaming senza problemi di latenza. C'è un altro elemento da considerare: è altamente probabilmente che chi è abbonato a Netflix abbia uno smartphone e quindi possa giocare dei giochi mobile in streaming. Lo smartphone è per sua natura già completo, basta sfruttare lo schermo touch. Per quanto lo streaming offra la possibilità di fruire su smartphone dei giochi nati su console e PC, servono periferiche dedicate (controller oppure mouse e tastiera) per giocarli a dovere: qualcosa che tanti abbonati a Netflix non hanno.
Ci sono però altre considerazioni da fare. Netflix è già indebitata: produrre continuamente contenuti è molto oneroso. Netflix, quindi, si sta impegnando a investire molti milioni di dollari quando ne sta già spendendo miliardi per film e serie TV. "Offrire gratuitamente i giochi aiuterà a far crescere la base di utenti, ma non è sostenibile a lungo termine come modello di business" secondo Paolo Pescatore, analista presso PP Foresight.
Per altro, ci sono molti esempi di multinazionali che hanno sottovalutato l'impegno: Google ha smantellato gli studi interni dopo aver compreso quanto costasse sviluppare videogiochi, mentre Amazon non ne ha azzeccata ancora una. Aver avuto successo in altri settori (e-commerce, cloud, motori di ricerca) non è una garanzia di riuscire in uno dei progetti più ostici al mondo: produrre un videogioco.
PES DIVENTERÀ UN GIOCO GRATUITO
Pro Evolution Soccer, serie di videogiochi calcistica di Konami, diventerà un gioco gratuito. Il produttore ha annunciato che nei prossimi mesi debutterà eFootball, che sarà disponibile su console, PC e, successivamente, mobile. Di fatto, il nome PES (che negli ultimi anni era diventato eFootball PES) viene accantonato. eFootball verrà continuamente aggiornato; quindi è saltata la cadenza annuale di PES.
Inizialmente ci saranno nove squadre, come Juventus, Barcellona e Arsenal, e le modalità di gioco saranno molto limitate. Ulteriori modalità saranno aggiunge come pacchetto aggiuntivo, ma a pagamento.
Trovo che l'idea di un'esperienza di gioco modulabile, ossia con un'offerta gratuita a cui aggiungere pezzi a pagamento, possa essere di per sé buona, se organizzata in maniera coerente e costruttiva. Per altro, non c'è nemmeno troppo da stupirsi del cambio di strategia di Konami. Da anni ha intrapreso una strada diversa rispetto a FIFA; banalmente perché Konami non è Electronic Arts. Non ha le sue risorse economiche né la quantità di persone che ogni anno costruiscono un nuovo capitolo della serie.
Ha iniziato quindi a creare sinergie più strette con alcuni club internazionali, come, appunto, Juventus, Barcellona e Arsenal, e a puntare molto sui tornei, come il campionato eFootball.Pro creato dal calciatore Gerard Piqué.
Una delle poche immagine pubblicate di eFootball.
Intervistato dall'edizione internazionale di IGN, il producer della serie, Seitaro Kimura, ha detto che il progetto di eFootball è in sviluppo da due anni, durante cui il mercato è cambiato. Inoltre, Kimura ha specificato che Konami ha già sperimentato con successo la formula dei giochi gratuiti: su mobile è disponibile una versione dedicata di PES e c'è PES Lite su console, gratuito ma più limitato nei contenuti.
Negli anni più volte è stato fatto notare quanto una simile formula fosse coerente con i giochi sportivi, che di anno in anno giustificano la loro presenza sul mercato più con l'aggiornamento delle rose che con reali novità, che invece sono meno cadenzate. Konami ora sta proponendo un'interessa alternativa. Sono curioso di vedere come andrà.
L'IMPORTANZA DEL RISPETTO
Essere giornalisti è una grande responsabilità. Significa fornire alle altre persone le informazioni attraverso cui leggere la realtà. I giornalisti intervistano politici, economisti, imprenditori; criticano leggi, proposte, idee; danno opinioni su più o meno tutto ciò su cui sia possibile esprimere un'opinione. Tale responsabilità rischia, perciò, di sbattere contro il muro del proprio ego. Perché, specialmente quando si deve giudicare il lavoro altrui, si può sentire di avere il potere di dire ciò che si vuole per farsi voce del popolo, oltrepassando il limite del rispetto.
Mi è capitato tante volte di sottovalutare questo aspetto del mio lavoro, soprattutto quando era il momento di recensire un gioco brutto. Viene spontaneo metterla sul ridere; sbeffeggiare il lavoro che è stato fatto e persino usare parole ed espressioni che non si addicono in sede di recensione. Il punto è uno: bisogna sempre avere rispetto. Per gli altri, per il loro lavoro, anche - soprattutto - quando è pessimo. Davvero pessimo. Perché ci sono persone che ci hanno speso mesi interi. E che spesso sono vittime di un cattivo progetto tanto quanto i consumatori e i giornalisti. Ma alla base ci dev'essere sempre l'idea che se ho la responsabilità di giudicare il lavoro degli altri, non posso permettermi di prendere tale responsabilità alla leggera e persino di abusare della mia posizione.
Perché questa premessa?
2K Games ha pubblicato un gioco mobile della serie XCOM, intitolato XCOM Legends. In breve, non ha niente di ciò che viene apprezzato nella serie, partendo dai combattimenti molto tattici. Anzi, è un gioco pensato per sfruttare appieno le meccaniche meno apprezzabili del segmento mobile, fra cui una forte invadenza delle microtransazioni, micropagamenti per acquistare potenziamenti o energia per i personaggi.
Parlando del gioco, Kotaku ha titolato così: "2K lancia un nuovo gioco di XCOM che sembra una merda". Le proteste verso il titolo sono state molte e sono ancora visibili su Twitter. Alcuni hanno sottolineato quanta pochezza professionale ci fosse dietro. Altri che il titolo poteva essere troppo colorito, ma comunque doveroso verso un gioco pessimo.
Il titolo originale dell'articolo di Kotaku.
Kotaku ha poi aggiornato il titolo in "2K lancia un gioco di XCOM che non sembra per niente XCOM", ma la prima versione può ancora essere letta online. In fondo alla pagina ora è presenta un'annotazione: "Questo post e il suo titolo sono stati modificati per riflettere che i lanci soft sono comuni nel settore mobile e non riflettono la qualità del gioco". Cos'è un "lancio soft"? I giochi mobile spesso vengono distribuiti in silenzio in mercati secondari in modo da iniziare ad avere dei riscontri concreti dai giocatori e poter poi ottimizzare il gioco (potenzialmente anche cambiare drasticamente certe meccaniche) prima che arrivi in mercati chiave, come gli Stati Uniti. Come ha fatto notare il game designer Damion Schubert su Twitter, ciò è anche indicativo di quanto poco i siti specializzati sappiano del settore mobile: perché se ne occupano poco.
Per quanto può sembrare facile giustificare tali espressioni nel momento in cui un gioco/un film/un libro è pessimo, e godere così del consenso popolare, è invece esattamente il contrario. In particolare, dopo che la nuova direttrice di Kotaku ha proclamato quanto servisse un cambio di passo per far sopravvivere i siti di informazione videoludica. È inutile lamentarsi del linguaggio da bar nei commenti se prima non si riesce a moderare le proprie opinioni per rispettare il lavoro altrui. Anche quando va criticato ed è pessimo.
TENCENT NON SI FERMA
La cinese Tencent continua a espandersi. In settimana, Timi Studio, principale studio di sviluppo interno a Tencent, ha annunciato che aprirà un terzo studio in Nord America, precisamente a Montréal, in Canada. Timi Studio è creatore di Call of Duty: Mobile, Pokémon Unite e Honor of Kings.
A Montréal, Timi Studio svilupperà giochi a mondo ad alto budget, sviluppati come servizio (cioè con contenuti aggiunti regolarmente). Sinjin Bain, che ha lavorato per 14 anni in Electronic Arts come general manager ed è stato amministratore delegato di MaxPlay dal 2013 al 2017, sarà produttore esecutivo di Timi Studio Montréal.
Tencent ha anche annunciato che acquisirà Sumo Group, produttore di giochi come Sackboy: Una grande avventura, per 1,27 miliardi di dollari. Inoltre, ha acquisito una quota di maggioranza in Stunlock Studios, sviluppatore di Battlerite Royale e Dead Island: Pandemic.
Nel primo semestre 2021 Tencent ha già investito in o acquisito 62 società, ha fatto notare l'analista di Nyko Partners Daniel Ahmad.
LE ACCUSE AD ACTIVISION BLIZZARD
Il Dipartimento per un equo impiego e alloggio della California ha denunciato Activision Blizzard, editore di Call of Duty e World of Warcraft, a causa di una cultura aziendale di "costanti molestie sessuali" e "discriminazione di genere".
L'accusa è tristemente comune: i dipendenti di genere maschile facevano frequenti commenti sessisti oppure commentavano apertamente il corpo femminile e molestavano le colleghe, una situazione che viene definita "bro culture", tipica, per esempio, delle confraternite statunitensi. I dipendenti si presentavano frequentemente a lavoro ubriachi e, prosegue l'accusa, alti dirigenti, fra cui il presidente di Blizzard, J. Allen Brack, erano a conoscenza e in alcune occasioni persino coinvolti. Come ci si può aspettare, la società ha negato le accuse, sottolineando che l'accusa ha "distorto" il racconto e che il resoconto è "inaccurato".
In una lettera inviata ai dipendenti, Brack ha definito "estremamente preoccupanti" le accuse rivolte all'azienda e il danno che è stato fatto ai dipendenti. Inoltre, ha scritto che "io disdegno la 'bro culture' e ho speso la mia vita nel combatterla". Ecco perché sta ritornando alla ribalta un video di una BlizzCon del 2010. Durante una sessione aperta di domande e risposte, una ragazza chiede agli sviluppatori di Blizzard, fra cui Brack, se fosse possibile avere personaggi femminili che "non sembrino usciti da un catalogo di Victoria's Secret". L'intero tavolo di sviluppo, Brack compreso, scoppia a ridere. Uno di loro, Tom Chilton, al tempo game director di World of Warcraft, commenta dicendo "da qualche altro catalogo vorresti che saltassero fuori?". All'evidente imbarazzo della ragazza, che si aspettava una risposta che quanto meno avesse preso seriamente la sua domanda, Alex Afrasiabi, allora lead world director, aggiunge: "Vogliamo variare i nostri personaggi femminili, per cui sceglieremo altri cataloghi".
In World of Warcraft è stata organizzata una marcia di protesta contro l'azienda. Alcuni siti di informazione videoludica, come The Gamer, GameXplain e Prima Games, smetteranno di coprire i giochi di Activision Blizzard fintanto che non verrà fatta chiarezza.
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LE ALTRE NOTIZIE IN BREVE
Ubisoft ha annunciato XDefiant, sparatutto in prima persona gratuito che include i personaggi di varie serie Tom Clancy, fra cui Rainbow Six e Splinter Cell. La società ha anche presentato i risultati finanziari del secondo trimestre 2020: i ricavi sono calati. Inoltre, Ubisoft ha annunciato che dal 4 ottobre chiuderà i server del gioco mobile Elite Squad sottolineando che supportare ancora il gioco "non era più sostenibile".
Electronic Arts sta sviluppando un remake di Dead Space, originariamente uscito nel 2008, per PC, PS5 e Xbox Series X|S. Gli altri annunci dell'EA Play sono un nuovo Grid, Lost in Random, sviluppato da Zoink e appartenente all'etichetta EA Originals, e una modalità multigiocatore atipica per Battlefield 2042, chiamata Battlefield Portal, che includerà mappe personalizzate con elementi di vari giochi della serie Battlefield.
Un fotogramma del filmato di anticipazione del remake di Dead Space.
Warframe, gioco online di Digital Extremes, arriverà su mobile.
Final Fantasy 14 ha superato, di nuovo, il record di utenti contemporanei su Steam. Perché è così popolare? Perché World of Warcraft sta perdendo colpi e perché alcuni popolari streamer su Twitch hanno iniziato a giocarlo, portando con sé gli utenti che li seguono.
Umurangi Generation ha vinto il premio Seumas McNally all'Indipendent Games Festival. Il gioco ha vinto anche il premio per l'eccellenza nella narrazione. Fra gli altri giochi premiati ci sono Genesis Noir (per la direzione artistica e l'audio), Arrog (premio del pubblico) e Vessels (miglior gioco studentesco).
Il regista di film come District 9 ed Elysium, Neil Blomkamp, sarà direttore visionario di Gunzilla Games, che sta lavorando a uno sparatutto multigiocatore. Secondo Blomkamp, il suo ruolo sarà decidere come guidare vari aspetti della produzione, fra cui design, audio e narrazione.
La Farnesina ha collaborato con Infinity Reply per sviluppare Italy. Land of Wonders, gioco mobile per iOS e Android che vuole raccontare la cultura italiana all'estero.
La Game Developers Conference 2022 è stata annunciata come evento dal vivo.
Sports Interactive sta lavorando per integrare il calcio femminile nel gestionale Football Manager.