Epic Games vs Apple: è cominciata
Ciao, sono Massimiliano Di Marco.
Stai leggendo Insert Coin: una newsletter con cui racconto i videogiochi, il loro mercato e gli sviluppatori.
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È INIZIATA LA BATTAGLIA LEGALE FRA EPIC GAMES E APPLE
È cominciata la disputa legale che vede contrapporsi Epic Games, produttore di Fortnite, e Apple in quanto proprietaria del negozio digitale di iOS, l'App Store. Te la faccio breve: a metà agosto 2020, Epic Games, di soppiatto, ha integrato un sistema di pagamento "diretto" - cioè che permetteva di evitare il sistema di pagamento di Apple, da cui quest'ultima trattiene il 30% su ogni acquisto interno alle applicazioni - violando così le condizioni che aveva accettato per avere Fortnite sull'App Store. L'escalation è stata immediata: il gioco è stato rimosso dall'App Store e non vi è più ritornato; Epic Games ha diffuso un video che sbeffeggia quello usato dalla stessa Apple per pubblicizzare i suoi Mac e poi Epic ha denunciato Apple per abuso di posizione dominante. Altrettanto è accaduto su Android: il sistema di pagamento ha violato le condizioni e Google ha tolto il gioco dal suo negozio, il Play Store. Epic Games ha denunciato Google, ma la questione su Android è molto diversa: sebbene anche in quel caso Google trattenga il 30% delle vendite, gli sviluppatori possono creare un proprio negozio e far scaricare le loro applicazioni evitando quindi il Play Store. Infatti, Fortnite può continuare a essere installato sui dispositivi Android, cosa invece impossibile su iOS. Fine della premessa.
Inquadrare questa battaglia legale è tutt'altro che semplice per vari motivi. Epic Games lo sta facendo per guadagnare più soldi? Sì. Apple è sotto accusa da anni da parte dei vari servizi, anche nel segmento musicale? Sì. La posizione di Apple potrebbe effettivamente essere quella di un monopolista che abusa della sua posizione? Sì, certo. Il punto di vista dal quale verrà valutata la questione però è altrettanto importante: la giudice che sta valutando la questione considererà la faida tra Epic e Apple riferendosi al mercato di iOS o a quello intero dei videogiochi? Perché in quest'ultimo caso, i ricavi generati su iOS sono appena il 7% di tutti quelli di Fortnite; il che andrebbe in contrasto con l'idea che non avere Fortnite sull'App Store stia danneggiando Epic Games quanto quest'ultima sta sostenendo da mesi. È altrettanto evidente, però, che Apple possa fare il bello e il cattivo tempo perché l'App Store è l'unico negozio su iOS. Per esempio, Apple Arcade è un abbonamento mensile che offre tanti giochi, mentre Game Pass di Microsoft non può essere incluso sull'App Store perché Microsoft dovrebbe far approvare ogni singolo gioco incluso. Insomma: è tutt'altro che semplice, te lo avevo detto.
La battaglia legale ha permesso anche di avere molte informazioni sui dietro le quinte che avvengono non solo internamente a Epic Games, ma anche di altre società i cui dirigenti sono stati chiamati a testimoniare, come Microsoft. Inoltre, sono stati rivelate le ragioni dietro a decisioni che, al tempo, sembravano "un fulmine a ciel sereno". In un'industria come quella dei videogiochi dove la trasparenza è cosa rara, quindi, sono uscite tantissime informazioni molto interessanti. Su GamesBeat, Dean Takahashi ha scritto un lungo articolo dove elenca molte delle cose da tenere a mente e che sono emerse durante il processo: ti invito a leggerlo.
Da parte mia, voglio evidenziare alcuni dei punti che ho trovato più interessanti:
Nel 2018, Sony decise di non permettere il cross-play di Fornite, cioè di impedire che, per esempio, gli utenti Xbox One potessero giocare contro gli utenti PlayStation 4. Il perché era comprensibile: Sony ci avrebbe solo perso. Se prima gli utenti erano obbligati a comprare una console PlayStation per giocare online con gli altri utenti PlayStation, il cross-play avrebbe minato alle fondamenta tale idea e quindi avrebbe ridimensionato l'attrattività delle console PlayStation per gli utenti dei giochi online più popolari. Sony poi cambiò idea e il cross-play sta prendendo sempre più piede. Ora sappiamo perché: Sony ha deciso di stabilire una forma di compensazione economica quando i ricavi generati da un gioco sono molto più bassi rispetto al tempo che l'utente ha passato a giocare su PlayStation. Insomma: se gli utenti giocano la maggior parte del tempo a Fortnite su PlayStation, ma poi pagano su Xbox o su PC, allora Sony vuole dei soldi per il "disguido". E ora ha tutto molto più senso.
Ad agosto 2020, in uno scambio di email l'amministratore delegato di Epic Games, Tim Sweeney, e il responsabile della divisione Xbox di Microsoft, Phil Spencer, parlavano già di far arrivare il servizio di streaming di Microsoft, xCloud, su altre console ("Non mi sono ancora arreso" ha scritto Spencer) e di eliminare la necessità di essere abbonati a Xbox Live Gold per giocare online ai titoli gratuiti, come Fortnite. Quest'ultima politica è entrata in vigore poco tempo fa. Sweeney anticipò a Spencer che si sarebbe presto goduto i "fuochi di artificio", probabilmente riferendosi alla campagna anti-Apple che nei giorni successivi, come detto, ha preso forma.
Tra il 2018 e il 2019 Fortnite ha generato ricavi per 9 miliardi di dollari.
Sappiamo, inoltre, quanto Epic Games ha pagato gli sviluppatori i cui giochi sono stati resi gratuiti sull'Epic Games Store su PC nei primi mesi del 2019: per Subnautica, per esempio, Epic Games spese 1,4 milioni di dollari; per The Witness 400 mila dollari e per Mutant Year Zero 1 milione di dollari. Complessivamente spese 11,65 milioni di dollari, vennero distribuite circa 104 milioni di copie dei 42 giochi documentati. Il costo medio di acquisizione dei nuovi utenti fu di 2,37 dollari.
Microsoft non ha mai guadagnato un dollaro dalle vendite delle Xbox, cioè l'hardware è sempre stato venduto in perdita. Devi tenere a mente che anche Microsoft, Nintendo e Sony trattengono il 30% dalle vendite digitali. Perché, allora, Epic Games ha denunciato Apple, ma non Microsoft, Nintendo e Sony se ritiene che il 30% trattenuto sugli acquisti digitali sia eccessivo? Sweeney aveva già spiegato che il modello di business delle console prevede che l'hardware sia venduto in perdita; quindi ha senso, secondo lui, che i produttori di console chiedano una tale somma agli sviluppatori. Diversamente, Apple fa un sacco di soldi vendendo iPhone.
GLI AGGIORNAMENTI CHE ROVINANO I GIOCHI
Un'altra settimana ci ha mostrato quanto sia complesso mettere mano al codice di un software come un videogioco, soprattutto quando è già stato pubblicato. Lo hanno scoperto, per esempio, i giocatori del gioco di corse Forza Horizon 4 su Xbox Series X e S: un aggiornamento ha introdotto crash sulle due console.
La versione 1.3.3 di Returnal, l'esclusiva per PS5 pubblicata lo scorso 30 aprile, ha invece corrotto i salvataggi di molti utenti; in alcuni casi i salvataggi sono stati del tutto cancellati e sono irrecuperabili. La situazione è stata poi corretta con l'aggiornamento successivo.
Una situazione molto simile a quella di Forza Horizon 4 aveva coinvolto ad aprile Marvel's Avengers: un aggiornamento del gioco aveva introdotto vari crash, secondo le segnalazioni degli utenti.
I GRANDI NOMI STANNO ARRIVANDO SU MOBILE
Per diversi anni i principali editori di videogiochi per console e PC hanno danzato con l'ecosistema mobile attraverso esperimenti basati sulle proprie proprietà intellettuali di successo. Ora sembra che si sia aperto un altro filone: episodi dedicati, come Call of Duty: Mobile (sviluppato dalla cinese Timi Studios, parte di Tencent), che hanno una vita propria e non sono solo mere bandierine per sventolare la potenza di un marchio.
Nelle scorse settimane ne avevamo avuto un'ulteriore prova quando DICE ha annunciato che sta sviluppando un capitolo per mobile di Battlefield, popolare serie di sparatutto a tema bellico. Lo scorso anno la polacca CD Projekt aveva annunciato che la saga fantasy The Witcher arriverà su mobile con un gioco di ruolo dedicato, intitolato The Witcher: Monster Slayer e sviluppato da Spokko, parte di CD Projekt.
Square-Enix, inoltre, lancerà nel 2022 Final Fantasy VII Ever Crisis, che includerà tutti gli episodi riguardanti la storia e i personaggi di questo capitolo della saga, mentre il mese prossimo partirà la beta chiusa del battle royale Final Fantasy VII: The First Soldier, anch'esso per mobile.
Nei giorni scorsi un ulteriore giocatore ha palesato la sua partecipazione alla partita del mobile: Ubisoft realizzerà un gioco mobile basato sulla serie The Division. La società non ha fornito ulteriori dettagli. L'arrivo del gioco mobile è parte dell'espansione dell'universo di The Division, che in futuro includerà anche un titolo gratuito (The Division: Heartland) per console, PC e cloud e un film prodotto in collaborazione con Netflix.
Lo scorso dicembre, infine, è arrivato League of Legends: Wild Rift, la versione mobile del popolare gioco per PC di Riot Games. Quest'ultimo è meno sorprendente, perché si inserisce in un genere già ricco di esponenti di successo su mobile del genere MOBA (Multiplayer Online Battle Arena), come Honor of Kings di Tencent (gioco da 100 milioni di utenti al giorno).
Sembra cambiata quindi la percezione del mercato mobile da parte dei grandi editori per console e PC: non semplice appendice per traghettare gli utenti verso il mondo console e PC, bensì viene percepita come una fetta di videogiocatori che vuole giocare solo su mobile e quindi vuole un'esperienza completa fruibile su smartphone e tablet.
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LE ALTRE NOTIZIE IN BREVE
Valve, il produttore del negozio per PC Steam, è stata denunciata da Humble Bundle: l'accusa è di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato della vendita di giochi su PC.
Sono stati pubblicati 13 minuti di gioco di Baldo, prodotto dall'italiana Naps Team, che ha uno stile artistico molto vicino ai lungometraggi dello Studio Ghibli.
Dal 2022 Sony integrerà Discord su PlayStation sia su console sia su mobile.
Humble Bundle aveva detto che avrebbe limitato le donazioni di beneficienza al 15% del prezzo di acquisto dei suoi pacchetti: ha cambiato idea e, per il momento, tutto resterà com'è ora.
La versione PS5 di Sniper Ghost Warrior Contracts 2 è stata posticipata. La data di uscita per le altre piattaforme (PS4, Xbox One, Xbox Series X|S e PC) invece non cambia (4 giugno).
Sono uscite le recensioni di Resident Evil: Village. È piaciuto.
Nintendo pubblicherà su Switch un videogioco per creare altri giochi.
Se non sei troppo giovane, ricordi Baldur's Gate: Dark Alliance, gioco di ruolo uscito nel 2002 per PS2 e Xbox. Ora è stato ripubblicato per PS4 e Xbox One. Sarebbe dovuto arrivare contemporaneamente anche su Nintendo Switch, ma a causa di un errore imprevisto con il negozio digitale di Switch ci vorrà qualche altro giorno.
Dal lancio di marzo 2017, Nintendo Switch ha venduto 85,49 milioni di unità. Se gli obiettivi di vendita prefissati da Nintendo per il prossimo anno fiscale (che terminerà il 31 marzo 2022) dovessero concretizzarsi, Nintendo Switch supererà le vendite di Wii (101,63 milioni di unità).
Il responsabile del prodotto di Stadia, il servizio di streaming di Google, ha lasciato la società.
Il picchiaduro di Riot Games? Non aspettarti nemmeno l'ombra di una beta quest'anno.
L'edizione 2021 della Gamescom, il principale evento videoludico in Europa, si terrà solo online. Nei mesi scorsi gli organizzatori avevano programmato una versione ibrida, ora accantonata.
È in sviluppo Flashback 2 presso Microids. La numerazione lascia intendere un seguito diretto del gioco di Paul Cuisset del 1992 anche se, di fatto, successivamente ne sono usciti altri (come Fade to Black nel 1995).
È partita la newsletter quotidiana sui videogiochi di Axios, scritta dall'ex direttore di Kotaku, Stephen Totilo, e l'ex giornalista di The Verge, Megan Farokhmanesh. Anche il Post ne ha una.